domenica 6 giugno 2010

Cose da Italia o da Padania? Due paesi diversi!

Sfrattata la donna tricolore che fece infuriare Bossi
Lucia Massarotto per dodici anni ha alzato la bandiera per dire no alla festa padana in riva Sette Martiri. Ora dovrà cambiare casa.


  • Lucia Massarotto col Tricolore nella sua abitazione in riva Sette Martiri a Venezia
VENEZIA — «Il tricolore, lo metta al cesso signora!». L’invito, il 16 settembre del 1997, glielo fece Umberto Bossi. E la signora in questione è Lucia Massarotto. Che per dodici anni ha invece continuato ad esporlo sulla sua finestra di riva Sette Martiri a Venezia, giusto di fronte al grande palco della Festa dei Popoli Padani. Dodici anni ma ora basta. Perché il prossimo 30 luglio alla signora scade il contratto d’affitto e sarà costretta a lasciare quella che dal 1985 è la sua casa. Per lei la casa dei suoi figli, per tutti la casa del tricolore. Che a settembre, con il prossimo raduno leghista, perderà il bianco, il rosso e il verde. «Che dice? Sono un simbolo? Ma no, via. A Venezia ci sono tante persone che la pensano come me per fortuna— dice Massarotto — mica sono sola. Io ho fatto forse un gesto più plateale di altri, quello sì. Ma che cosa vuol dire, i "no" esistono, così come esiste della gente che non la pensa come la Lega».
Lei, il popolo del Carroccio lo conosce bene. Dal terzo piano della sua casa color rosso mattone ha ascoltato, volente o nolente, dodici comizi di decine di parlamentari nel frattempo diventuti ministri, e presidenti di Provincia. Quasi quasi potrebbe scrivere un libro: «Già, i cittadini dovrebbero sapere chi è veramente il popolo leghista. Non è sempre quello che appare in tivù — dice Massarotto—moderato nei toni e accondiscendente con l’interlocutore. Anzi. Dalla mia finestra ho sempre sentito parole forti, manifestazioni di odio e anche molti insulti. In riva Sette Martiri la Lega è un’altra cosa. Sapesse quante critiche, per usare un eufemismo, ho sentito rivolgere dal parlamentare padano di turno a Berlusconi. Ma poi, come vede, le cose cambiano. Ed ora eccoli là tutti assieme. Personalmente detesto le persone che non sono coerenti ». Dodici anni di storia politica e dodici anni di bandiere tricolori esposte alla finestra, incurante degli insulti. Qualcuno ha parlato di provocazione, lei ha sempre rifiutato questa etichetta. Dicendo invece che si trattava semplicemente di una manifestazione di dissenso.
Un «no» che la signora Lucia vorrebbe intonassero anche altri. «Al di là di questi nostri gesti, di noi cittadini, mi piacerebbe nascessero delle prese di posizione forti da parte di partiti e di autorità che non la pensano come la Lega. Che non ne condividono idee e metodi, invece sento molti silenzi, purtroppo ». Lei, da parte sua, in questi anni ha ricevuto molte attestazioni di stima, telefonate di solidarietà e mail di appoggio. Soprattutto dopo alcune minacce che hanno addirittura spinto le forze dell’ordine a tenere sotto controllo la sua abitazione. Che tra un paio di mesi non sarà più la sua. «Mi hanno aumentato l’affitto di 300 euro al mese, da 600 euro a 900, capita. Io però quella cifra non riesco a sostenerla, faccio un lavoro part-time e il mio stipendio si aggira sui 950-1000 euro al mese. Così ho fatto richiesta di un alloggio popolare partecipando ad un bando del Comune, vedremo come va a finire». Con la signora Lucia in quella casa di Riva Sette Martiri abitano i due figli Mattia e Tommaso di 21 e 15 anni. «Siamo una famiglia molto unita — dice — parliamo molto. Se la pensano come me? Il più grande mi ha sempre dato una mano ad appendere il tricolore alla finestra—sorride—è più forte di me e la bandiera, il giorno della festa leghista, bisogna fissarla bene». Il tema del trasloco preferirebbe non affrontarlo, eppure è là, dietro l’angolo. «Mi vien male a pensarci—mi sa che dovrò buttare via un sacco di cose». Il tricolore non le servirà più... «Come no? A parte il fatto che di bandiere ne ho ormai un sacco perché molte me ne hanno regalate in questi anni, ma non butterei mai via quel tricolore. Fa parte di me».
Massimiliano Cortivo 03 giugno 2010
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N.d.R.
Ho sempre giudicato i leghisti gente burlona e gioconda che di male non ne facessero ma che il loro clamore da bulli servisse a tenere “sveglia” la nostra sonnolente ed indolente politica agglomerata nella città dei 7 colli, la Caput Mundi, Roma, e la cosa non mi dispiaceva anzi ne ero incuriosito e divertito nel contempo,ma da quando il Cavaliere,pur di ottenere e mantenere il suo potere,ne asseconda ogni e qualsiasi “pazzia”, perché solo tali si possono definire le ideologie leghiste provenienti da una sola mente malata, da qualche tempo anche nel fisico, ma, sorretto a braccia dalla consorte (siciliana) e spesso anche dal suo insignificante ed inqualificabile figlio, continua, a bocca dura e contorta, a fomentare gli animi di quella gente che gli sta dietro senza rendersi conto che di queste apologie di popolo se ne conservano i filmati d’epoca negli archivi delle redazioni dei mass media nazionali e ripescate, ogni tanto, dalle tv per mostrare agli italiani i come e i perché l’Italia cadde in quei sistemi di governo fascista-totalitario e quanto costò per uscirne fuori. I filmati sono in bianco e nero vista la nascente tecnologia televisiva quindi i colori sono soltanto due:il bianco e nero, quello che cambia nella maniacale perseveranza di quella gente di cambiare l’Italia è il colore delle loro camicie e dei loro vessilli: il loro colore è il verde mentre quello di sessant’anni fa era nero…con il teschio al centro, ma, comunque siamo sulla strada giusta che conduce inequivocabilmente a quello storico passato.


Non so quale storia insegnino nelle scuole della Padania ma so che ieri si è eletta Miss. Padania, premiata personalmente nientedimeno che dal (chi ha detto Duce!!!) leader delle verdi valli della Padania: da Umberto! Alla fine dello splendido e colorato ( di verde) spettacolo tutti i presenti hanno cantato l’inno che li affratella e contraddistingue dal resto del popolo italiano.
Non Fratelli d’Italia, ma “Va pensiero…”.
Il tricolore della bandiera italiana? Da mettere nel cesso!
Le celebrazioni del 25 di aprile e del 2 giugno? Non hanno motivo di essere e pertanto saranno abolite quali festività in “rosso” nel calendario del 2011.
La dimostrazione di quanto sopra affermato è stata l’assenza dei tre ministri leghisti alle celebrazioni nazionali di cui sopra dette.
L’abolizione delle Provincie? RAI 1 TG delle ore 20,30 del 4 giugno u.s. intervista al ministro Bossi sull’argomento e sua affermazione agli italiani: “se ci toccano la Provincia di Bergamo andiamo a buttare le bombe a Roma!”
Il Federalismo? Lo si spiega con una semplice frase: ognuno si fa i cazzi propri in casa propria!
Semplice come bere un bicchiere d’acqua! Ci voleva tanto tempo per giungere a sta conclusione?

Il Governa cosa fa?

Quello è interessato a cavar soldi agli italiani, non direttamente dalle loro tasche ma con espedienti e raggiri tali da far sembrare così,ma, alla fine,se aumenta il costo del baccalà,le mani in tasca agli italiani ce le mette comunque e,proprio in questi giorni, è intento acchè passi la legge sulle intercettazioni in modo tale che quel milione di cittadini, di cui ne sono parte attiva loro stessi proponenti,in futuro non corrono più il rischio di essere indagati, e quindi perseguiti dalla giustizia, per una semplice telefonata. E gli altri 50 milioni e più di italiani che fanno? A quelli non frega niente, loro chiedono (a chi non si sa) “pane e lavoro” e basta, mica sono svegli e attivi come i padani che non vogliono più che con il “loro pane e lavoro” si sfami l’intero Paese, specialmente quello che va da Bologna in giù. Bologna sarà la frontiera tra l’Italia che resta e la Padania e per valicarla occorrerà il passaporto.Qualcuno leggendo tutto ciò sorriderà e allo scrivente fa piacere, se non altro per il sorriso che porta ai lettori, con l’augurio e la speranza che quel sorriso possa restare così anche in futuro e non trasformarsi in una smorfia di incredulità per gli eventi che la storia continua a proporci…nostro malgrado.


Mi piace chiudere con le prime rime dell’inno d’Italia:

Fratelli d'Italia,
L'Italia s'è desta;
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.

augurandomi che i miei figli o i miei nipoti non debbano essere "costretti" da altri ad intonarne uno diverso.
Il direttore cittadino Italiano.


1 commento:

Anonimo ha detto...

l'unificazione dell'Italia avrebbe dovuta partire dal regno delle due Sicilie allora era lo stato piu ben organizzato dell'europa e anche ilpiu grande regnando Ferdinando IV,non ci saremmo fatto sfruttare dalla padania ,che abbiamo arricchita con lo sfruttamento del popolo meridiolale,(basta luggere un poco di storia di quei tempi)