lunedì 21 novembre 2011

Intervista al direttore


Pietro De Michele a cuore aperto. La morte del cugino Luigi arriva a distanza di undici anni dalla dipartita di un altro Luigi De Michele, suo fratello. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata, durante la quale sono emerse tristezza e commozione, ma anche un profondo senso di appartenenza alla famiglia. E ha mostrato quanto unita sia la famiglia De Michele. Si dice che in certe occasioni le parole non servano a granché, e invece Pietro e Renato - fratello di Luigi - sono riusciti grazie a esse a dedicare un ritratto meraviglioso a Luigi che, siamo sicuri, da lassù li ringrazierà. Il dolore è una spada che ci pende sulla testa troppo spesso, ma a volte sono proprio le parole che lo esorcizzano.


"Siamo cresciuti insieme - racconta Pietro - fino a quando non abbiamo dovuto lasciare il paese ma dovunque eravamo il nostro legame era sempre lo stesso: stima,amicizia e affetto reciproco. Non sempre questi sentimenti uniscono dei veri fratelli, si chiamava come il mio vero fratello scomparso già dal 1998. Fra 5 giorni risale il suo 11° anniversario dalla morte, mi manca tanto. Ora sono due a mancarmi tanto, due Luigi De Michele, due luci che illuminano il Paradiso".

Adesso, Pietro porterà avanti, insieme al cugino Renato, una splendida iniziativa: "Come ho promesso pubblicherò un suo libro, di mio cugino intendo: era uno studioso, un filosofo, uno che voleva darsi spiegazione dei perchè della vita. Studiava tutti i grandi teologi e filosofi, teneva tutto per sé, ma ora col fratello ne tireremo uno. Non ci teneva a pubblicare. Poi, però, è successa una cosa strana: ho avuto un suo racconto nell'ultimo giornale, unico in 15 anni. Come se fosse stato un presentimento. Lui con quel racconto ha voluto salutare tutto il mondo e lo ha fatto tramite il giornale e me".

In coda, un ritratto meraviglioso di Luigi De Michele: "Ci sono uomini che nel loro silenzio compendiano la Vita intera, lui era uno di questi.

Purtroppo il destino gli è stato fatale: ammalatosi questa estate, è morto in pochi mesi. La moglie soffre di Alzheimer e lui si dedicava a lei 24 ore al giorno. Ha una figlia deliziosa un nipotino meraviglioso e un altro arriva a breve. Venerava i bambini e quando era con loro era lui il primo bambino giocherellone. Il dolore per la sua scomparsa è tanto ma è alleviato dalla certezza che un giorno, vicino o lontano che sia, noi potremo ancora stare insieme con i nostri cari per l'Eternità, nella gloria di Dio".
Michele Pilla

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