Con preghiera di pubblicazione
Si è svolto nel Salone del Castello Normanno Svevo di Deliceto la presentazione del libro “Ricordi di Guerra” di Alessandro Santoro. La manifestazione è stata organizzata dal Comune di Deliceto in collaborazione dell’Associazione Pro Loco “A. Iossa” di Deliceto per ricordare la figura di un intellettuale deportato e internato in un lager nazista e insignito con medaglia d’onore al valore militare. Alla cerimonia sono intervenuti: il dott. Antonio Montanino-sindaco di Deliceto; Tino Baldassarro-Presidente della Pro Loco, la prof.ssa Carmen Cinzia Santoro, il dott. Nicola Palombaro-storico, il gruppo teatrale “Il Siparietto” che ha proposto la lettura di alcuni brani tratti dal libro e il giornalista Michele Campanaro.
Alessandro Santoro nasce a Deliceto, quarto di cinque figli, da una famiglia agiata. Ma il padre Pasquale e la madre Carmela Suriano morirono prematuramente, quando egli era ancora bambino.
Cresciuto a Roccaraso (L’Aquila), con la sorella Imperatrice e con il cognato Stanislao, conseguì la sua formazione scolastica e culturale nelle più prestigiose Scuole e Università di Napoli e Roma.
Vincitore, molto giovane, di vari Concorsi a Cattedra, iniziò una brillante carriera che lo portò ad insegnare prima le materie letterarie, il latino, la pedagogia, l’economia politica, poi definitivamente la filosofia e la storia presso molteplici istituti scolastici, dal Liceo Classico “V. Lanza, al Magistrale “C.Poerio, all’Isituto Tecnico per Geometri “E. Masi” di Foggia, al Liceo Classico “R. Borghi” di Lucera, da Roma a Pescara, nonché ad avere il Corso di Storia dell’Educazione Fisica presso la sede di Chieti. Sezione dell’Istituto Universitario dell’Educazione Fisica dell’Aquila. Inserito nella graduatoria di merito del Concorso a Preside nei Licei, la morte lo colse prematuramente nel 1972 senza mai dimenticare la sua terra di origine. Egli, in realtà, non fu solo un sensibilissimo educatore e formatore di coscienze, come ancora oggi, con profonda commozione, i suoi discenti, amici, colleghi e collaboratori lo ricordano; fu anche un grande pensatore ed un profondo conoscitore della storia e del pensiero filosofico europeo, un acuto critico letterario ed in apprezzato latinista. Per la profondità delle riflessioni, possono essere ricordati i suoi studi su Bergson, Mickiewicz, Maturi, Dewey, oltre a numerosi interventi su riviste e giornali, ai quali prestava il suo intelletto e le sue competenze di critico, a volte anche particolarmente pungente. “I suoi, per dirla in breve, erano i caratteri dell’intellettuale a tutto tondo”, (N. Palombaro, storico). E, nella scuola, come nella vita, diede sempre prova del suo senso di abnegazione e del suo coraggio, fortemente legato a quegli ideali che gli fecero sopportare la feroce persecuzione da parte dell’Ovra e la terribile odissea come Imi (Internati Militari Italiani), quale allora ufficiale, dei campi di concentramento nazisti in Polonia, Germania e Russia. Le riflessioni che egli stesso, attraverso un diario e alcuni saggi pubblicati anche dopo la sua scomparsa, maturò durante la lunga e dolorosissima prigionia e negli anni successivi al suo rientro in patria, attengono al concetto universale e indispensabile di pace e anche di perdono, all’abbattimento di ogni forma di violenza e sopruso, alla necessaria cooperazione tra gli Stati, alla ricerca di un equilibrio che possa garantire all’uomo giustizia sociale, libertà, democrazia, per mantenere viva e grande l’Umanità, lontana dagli orrori, le brutalità, le devastazioni propri di ogni guerra. Il suo testamento morale, dunque, fu amore per la famiglia, in modo particolare per la amatissima moglie, donna Anna Alio e per la figlia che lo hanno assistito fino agli ultimi momenti della sua vita terrena; per il prossimo, ma anche per una forte rettitudine morale e intellettuale e per la cultura: testamento che il 2 Dicembre 1972, con un sorriso, consegnò alla sua adorata figlia Carmen Cinzia, prima di spirare fra le sue braccia.
Il 27 Gennaio scorso ai sensi della Legge 27 Dicembre 2006, n.296, gli è stata conferita la Medaglia d’Onore (alla memoria) dal Presidente della Repubblica, quale atto riconoscimento morale al valore e alla dignità di quei cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti, tra l’8 settembre 1943 fino alla liberazione nel 1945; medaglia consegnata alla figlia Carmen Cinzia.
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Il giornalista che ci ha inviato questo comunicato stampa è il dr. Michele Campanaro che, credo, conoscono ormai tutti i pannesi, almeno di nome in quanto è il direttore responsabile del nostro giornale "Il Castello" . E' il mio patrocinatore per la nomina a giornalista-pubblicista nell'Albo Nazionale della Regione Puglia. A lui il nostro giornale e io personalmente dobbiamo molto in gratitudine e riconoscenza. E' il direttore del periodico "L'ortese" dei 5 Reali Siti: Carapelle - Orta Nova - Stornara - Stornarella - Ordona, impaginato e stampato presso la stessa tipografia "Artigrafiche" di Foggia del nostro giornale. Con la sua libera ed indipendente professionalità tiene alto il prestigio della sua terra e dei suoi conterranei, da lui ho appreso "l'arte del giornalismo" puro, integro, libero, sottomesso ad un solo vincolo, quello dello smisurato amore per la terra natia.
Il direttore
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