venerdì 3 settembre 2010

Presentazione1[1]

I lavori del restauro alla chiesa del convento
Al Direttore del giornale “IL CASTELLO” per la pubblicazione on line

Sunto del discorso esposto dagli operatori della Cnido snc in data 21/08/2010 presso la Chiesa di S. Maria del Bosco.

E’ per me un onore partecipare a questo lieto evento di inaugurazione che ridona dignità ad un documento del passato così ricco di storia e devozione, e dunque ringrazio per l’invito il sindaco del comune di Panni , il vice sindaco e il direttore dei lavori, l’architetto Michele De Cotiis, una triade di uomini spinti dall’amore per l’ arte e la cultura e dalla voglia di preservare i simboli della nostra società dalle ingiurie del tempo, affinché se ne trasmetta una memoria oggettiva .

Mi presento, sono Chiara Muschitiello , legale rappresentante della ditta Cnido, società che si occupa del restauro conservativo di manufatti di interesse storico- artistico sottoposti a vincolo; attiva nei seguenti settori: restauro conservativo di manufatti lapidei, terracotta, tele, dipinti murali, manufatti metallici, manufatti lignei ed affreschi.

L’iter di questo progetto, secondo quanto previsto dal ministero per i beni e le attività culturali, è basato su un approccio al manufatto di tipo conoscitivo, che considera l’opera non un oggetto puramente estetico privo di memoria, ma come una fonte di informazioni, un documento storico che porta sulla propria pelle i segni del suo passaggio.

Questo orientamento di tipo filologico, ci guida attraverso un percorso preciso che, prima di arrivare alla redazione di un progetto si pone l’obbiettivo di conoscere la storia del manufatto, per stabilirne il suo significato storico- artistico , e le eventuali alterazioni apportate alla sua fisionomia e struttura,attraverso i secoli.

In questo compito sarà d’aiuto la raccolta di documenti d’archivio, da fonti pubbliche o private, comprese testimonianze di tipo orale di eventi particolari, che possono supplire eventuali mancanze di documentazione.

L’indagine storica preliminare sarà affiancata da indagini di carattere scientifico, allo scopo non solo di individuare i materiali di cui è composta l’opera e poter stabilire lo stato di conservazione in cui versa attualmente, ma anche la successione delle stratificazioni storiche di eventuali interventi pregressi. Solo dopo questo studio accurato, sarà possibile decidere le caratteristiche e i limiti dell’intervento.

Per il nostro altare policromo obnubilato da tanti interventi manutentivi, è importante il confronto diretto tra le diverse professionalità che partecipano all’intervento, ossia lo storico dell’arte nominato dalla Soprintendenza e responsabile dell’alta sorveglianza, il restauratore ed il chimico.

Successivamente seguirà il cronogramma degli interventi con i seguenti step : rilievo grafico in scala con mappature del degrado; indagine stratigrafica realizzata con bisturi a lama intercambiabile atta ad individuare le stratificazioni, analizzare per quale scopo sono state eseguite e, soprattutto, se incidono negativamente sulla conservazione dell’opera.

Diversamente da quanto accadeva circa trenta anni fa, quando si operava ancora un restauro di tipo ‘archeologico’ finalizzato al completo recupero dell’originale, oggi in Italia si tende sempre più a valorizzare i cosiddetti ‘restauri storici’ e ogni rimozione viene sempre ragionevolmente motivata. Tuttavia anche in questo caso dipende dal reale valore della ridipintura: se si tratta di un vero e proprio rifacimento, che assume quindi anche un valore artistico, o se invece consiste in una semplice ripassatura di particolari secondari, che, alteratasi cromaticamente nel tempo, impedisce un’armonica lettura dell’opera.

In genere, e come nel nostro caso specifico, qualora l'opera, dopo una attenta lettura, si presenti integra, la stratificazione viene rimossa, tanto più se comporta il degrado dell’oggetto o, almeno, ne impedisce il corretto intervento conservativo.

Il manufatto sarà anche interessato da opere di preconsolidamento, fondamentali nel caso ci si trovi dinanzi a materiali molto degradati e tali per cui si ritiene necessario un intervento preventivo alla pulitura.

Seguono le ulteriori fasi:

1. Opere di pulitura, atta a rimuovere dalla superficie ogni deposito che possa causare degrado, senza per questo spingersi a una pulizia assoluta, che eliminerebbe anche i segni del tempo;

2. Opere di consolidamento, nel caso di materiali lapidei porosi per ricostituire la struttura chimico-materica e riportare la porosità a valori adeguati;

3. Opere di protezione, soprattutto dagli agenti atmosferici e inquinanti per impedire il riformarsi del degrado;

4. Opere di manutenzione, interventi minimi ma sistematici nel tempo, in modo da avere una continua cura del bene culturale, garantendone sopravvivenza e la qualità, evitandone nuovi degradi.

Ogni intervento sarà supervisionato dai restauratori del Ministero e dagli storici dell’arte responsabili dell’alta sorveglianza per il territorio di Foggia; queste le fasi che andremo a realizzare sull’altare maggiore nel pieno rispetto della normativa vigente.

Ringraziandovi per la gentile attenzione vi aspetto alla prossima inaugurazione dell’altare maggiore riportato all’antico splendore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandi complimenti per quest'opera di restauro eseguita in modo esemplare dalla ditta in questione e sentiti ringraziamenti per l'attenzione , se pur legittima, al nostro patrimonio culturale da parte dell'Amministrazione tutta, della Comunità Religiosa, dello stesso popolo pannese e dei Figli della nostra Panni, sparsi per il mondo.Il recupero di questo luogo sacro mi coinvolge a livello emotivo per diversi aspetti...e attendo con quasi impazienza, quello che animerà il Convento: uno spirito meditativo, di raccoglimento, comunitario e di solidarietà umana....sicuramente la preghiera nel suo ambito più giusto, perchè più vicina a Dio, nel silenzio della natura e più vicina all'uomo nel rispetto della natura.
Affettuosamente Luciana Bianco

IL CASTELLO ha detto...

E' vero,cara Luciana,lo speriamo con tanta ansia tutti.
Ti ringrazio doppiamente,per aver sciolto il tuo libero pensiero su un argomento che ci vede tutti coinvolti emotivamente oltre che per fede e per averlo fatto come modo e civiltà impone.
Ti ringrazio e saluto caramente.