giovedì 7 ottobre 2010

L'ABBRUTIMENTO UMANO

Quando la umana aberrazione giunge a questo stadio di abbrutimento non trovo parole adatte a significare quanta umiliazione misto a sdegno travolge il mio animo e la mia dignità di uomo,marito,padre e nonno felice. Questi sono i valori che tengono e mantengono lineare la vita di un uomo,da essi egli trae sostentamento ed energie per affrontare le avversità che si devono affrontare,comunue e quantunque,durante il proprio cammino esistenziale.La famiglia è alla base del tutto,intorno ad essa si srotola il destino di un uomo,per essa è pronto a battersi ponendo la sua vita a disposizione, come negli eventi bellici e in tutti quelli che pur non bellici si è costretti a battersi a difesa e baluardo alla persistente e permanente inciviltà di cui il nostro mondo,quello moderno e civile,ne da giornalmente dimostrazioni tragiche e terrificanti.
Uccidere e violentare una propria nipote è un atto che,in tutto il creato,è fattibile soltanto dall'uomo.
Definirlo bestiale è insignificante in quanto le bestie non conoscono questo delitto,uccidono affinchè sia assicurata la loro sopravvivenza e quella del loro nucleo familiare,il delitto è noto soltanto all'uomo e nei casi di efferata crudeltà mentale e fisiologica come l'uccisione di una giovane quindicenne e ancor più membro della propria famiglia e poi...farne scempio e violenza dopo la morte non trova e non può trovare comprensione ne umana e ne religiosa. Una fede,una qualsiasi delle tante nel mondo,che,in qualche modo,trovi una minima giustificazione o comprensione per un atto che avvilisce non soltanto l'umanità intera ma anche il suo Creatore,non esiste e non può esistere.
Eppure...eppure...chi vivrà vedrà,la inumana impudicizia e la scaltrezza ideologica perseverante oggi nel nostro mondo "civile",ne sono più che certo,riuscirà a trovare una soluzione adatta acchè questo crimine passi come i tanti e,quindi,con una condanna penale come tante.Tra qualche anno l'ex criminale potrebbe vivere come tutti gli altri,anzi forse meglio,in quanto coperto dalla umana compassione per gli ex criminali.
In casi come questi si dovrebbe mettere in galera prima gli avvocati,strenui difensori della legge uguale per tutti,che,pur di guadagnarsi da vivere,ne accettino la difesa davanti ai giudici e chiuderli in cella insieme ai loro assistiti.
Non si può guadagnare il "pane quotidiano" facendo polpette della propria dignità...per essa si può morire...anche digiuni.
Quando poi penso che noi italiani, insieme ad altri paesi civili,spendiamo miliardi al giorno inviando le nostre truppe in missione di "pace" in quei paesi da noi dichiarati "incivili" quando nel nostro Paese Italia,oggi nell'anno del Signore 2010,avvengono queste scelleratezze, che di certo non danno buon segno di civiltà,mi si inumidiscono le pupille degli occhi...e non credo in segno di felicità...anzi...tutt'altro.
Chiedo perdono ai cari lettori per queste mie personali esternazioni che,probabilmente,li annoieranno ma che in me devono fuoriuscire, come la lava dai vulcani è incontenibile così per me il "confidare" a voi il mio pensiero è pari a quella energia...dopo...di certo...starò meglio.
Aiutatemi a stare...meglio.
Un uomo,non il direttore,ferito e inferocito da tanta brutalità.
Pietro De Michele


2 commenti:

alfonso.lapolla@alice.it ha detto...

le tue considerazioni, come al solito, fanno "inumidire le pupille degli occhi", ma la foto, proprio la foto, quella foto, non la dovevi mettere. giusto è fotografare i ragazzi delle nostre truppe in "missione di pace" con l'elmetto per mostrarli al mondo intero. altri figuri tristi con il "cappello" , rimangano, invece, chiusi "in galera" per sempre bui, come in foto sottoesposta fino al nero assoluto. al

IL CASTELLO ha detto...

Non dobbiamo temere di mostrare il "male" anche con una foto,si deve prendere coscienza,anche visiva,di esso,a prescindere dalle sue forme e dalle sue sembianze.Ecco,quella foto da l'immaggine del male,del demonio,dell'antiuomo.
Mi dai,caro Al,l'opportunità di precisare il mio personale pensiero sull'aboninevole atto criminale commesso dal "maligno".Non l'omicidio che è una "normale" circostanza in cui,maledettamente,possiamo trovarci noi tutti a seguito di un raptus o di uno stato fuori dalla "mens sana", a dare effereratezza al crimine stesso bensì la volontà preordinata e premedita,messa in atto subito dopo l'omicidio: la violenza carnale sul cadavere della giovinetta.
Questo atto non trova riscontro in nessuna condizione umana,va al di là di ogni e qualsiasi considerazione.
Questo è l'abominio che io condanno e finchè avrò vita non riuscirò mai a trovarne una qualsiasi ragione...mai e poi mai!
Mi direte: ma la questione potrebbe stare in termini diversi,molti i dubbi,molte le perplessità su persone e circostanze che hanno fatto da circondario alla macabra vicenda.
Non essendo io un giudice non esprimo giudizi ma semplici opinioni personali e le esterno ai miei lettori con tutta tranquillità e serenità,scevro dall'intendimento di "convincere" altri bensì di esprimere liberamente quel diritto di tutti i popoli civili,che tali si sentono,che è la LIBERTA' DI OPINIONE-DI PAROLA-DI PENSIERO.
Grazie Al,come è ormai di comune conoscenza,sei l'unico che usi a pieno titolo il diritto alla libertà di parola anche in tematiche "scottanti" e non solo in quelle festaiole e in quelle dove ricorre l'unico tema "il vogliamoci bene"...alla fine resta NIENTE-NULLA solo ...per ammazzare un pò di tempo...e basta,mentre il "male" continua il suo prosperoso e fruttuoso cammino.
Ciao.