ATTENTI A QUEI DUE
Da tempo noto che il dr. Vito Calitri e l’avv. Maurizio D’Agostino, entrambi consiglieri della minoranza del piccolo paese di Panni,per esternare le loro titubanze e dubbi sull’operato, ora delle amministrazioni locali e, ultimamente, su questo giornale anche quelle relative alla Parrocchia di Panni,si rivolgono a stampa “frustera” (non locale) quando sono perfettamente a conoscenza della esistenza,da 15 anni a questa parte,di un giornale fatto in casa che si titola “IL CASTELLO” Il Giornale dei Pannesi, di cui loro stessi ne fanno menzione nell’articolo a pag. 8 del n. 340 del 13 luglio u.s. di questo stesso giornale. Eppure lo disdegnano. E’ come avere in loco un appartamento di proprietà a disposizione e invece si preferisce affittare altri, ma, come nel caso specifico, quando si fanno allusioni a personaggi politici e religiosi (anche) e si lascia il lettore nella perplessità e nel dubbio allora la correttezza d’informazione impone di porre rimedi adatti a chiarire le dubbiosità da loro stessi ingenerate. Mi sento di concordare in pieno con il dr. Calitri sul ricambio fisico di coloro che gestiscono il potere, sia materiale che spirituale, ma resto perplesso, comunque, considerando che il Calitri stesso è stato sindaco di Panni dal 1975 al 1985 e poi, contraddicendo quanto da lui stesso affermato, si è ripresentato candidato sindaco nel 1985/1993/1998/2007 occupando, tutt’oggi, i banchi dell’opposizione perché sempre battuto dal voto popolare.
Allora perché le perplessità, i dubbi, le domande, le richieste il dr. Calitri e il suo avvocato-collega dell’opposizione, avv. Maurizio D’Agostino, non le pongono nella sede opportuna qual’è il Consiglio Comunale invece di sparare a zero su stampa non locale invece di usare “IL CASTELLO”, di cui ho l’onore di dirigere da 15 anni in favore di tutta la Pannesità sparsa nel mondo per metterla a conoscenza su cosa accade in paese, quali, ad esempio, le elargizioni popolari per il ricostruendo convento al bosco dandone esatta rendicontazione delle entrate e delle uscite.
Per quanto attiene al “Pozzo di S. Patrizio di P. Antonio Saraceno” non si possono dare risposte adeguate a chi non passa neanche davanti alla porta della chiesa, perché se ci entrasse, almeno una volta, vedrebbe passare il cestino che raccoglie le offerte dei fedeli. Un euro, cento,mille,un milione di euro dati per la Chiesa va alla Chiesa che li amministra come crede più opportuno. Nè il sindaco Calitri nè la sua amministrazione nel 1983 ha mai avuto conoscenza dei 25 milioni donati alla chiesa da un anonimo? Noi gli crediamo…ma perché s’incavola tanto allora?
Pietro De Michele
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Questo è il testo integrale dell'articolo da me redatto ed inviato alla Redazione de Il Corriere del Sud pubblicato nel numero odierno del settimanale, finalizzato non a dare risposte, in quanto è demandato ad altri questo compito, bensì semplici considerazioni e constatazioni su quanto espresso dai due componenti dell'opposizione in seno al Consiglio Comunale di Panni, il dr. Vito Calitri e l'avv. Maurizio D'Agostino, i quali da tempo usano esternare le loro opinioni e perplessità sulla conduzione dell'attività amministrativa e,ora anche,su quella parrocchiale del Comune di Panni,utilizzando in nessuna forma e maniera la sede del Consiglio Comunale,di cui fanno parte, e rivolgendosi, invece, a stampa non locale quando è a loro perfettamente notorio che l'unico mezzo per informare i pannesi,compreso quelli che sono sparsi nel mondo, è e resta il giornale IL CASTELLO,che mai si è negato per qualsiasi tipo di informazione da essi stessi proveniente e mai essi stessi hanno preso in considerazione.
CHI VUOLE DIRE QUALCOSA AI PANNESI, A TUTTI I PANNESI NEL MONDO, HA UNA SOLA POSSIBILITA' CHE E' QUELLA DI AFFIDARE IL PROPRIO PENSIERO AL NOSTRO GIORNALE...AL GIORNALE DEI PANNESI.
VANE ED INSIGNIFICANTI I TENTATIVI DI SEGUIRE STRADE DIVERSE!
N.d.r.
Ho preso visione dell'articolo pubblicato sul n.341 del 20.07.2010 del Corriere del Sud e, come spesso...anche troppo spesso purtroppo accade,è stato "riveduto" e non corretto,perchè non vi è nulla da correggere,a modus proprio da parte della redazione di quel giornale, facendo loro l'articolo e modellandolo a loro piacimento,cosa che,trattandosi di un collega giornalista,come loro,nonchè direttore di un giornale,come il loro,assume carattere di scorrettezza editoriale e professionale nei confronti di un collega.
Comunque l'articolo è quello pubblicato su questo post e tale resta.
Il direttore
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