Dal Corriere della Sera odierno.
Cala il consenso per il governo
Prosegue la diminuzione di popolarità: 39 per cento.
Prosegue la diminuzione di popolarità: 39 per cento.
Crollo tra chi vota Lega
L'OSSERVATORIO
Cala il consenso per il governo.Prosegue la diminuzione di popolarità: 39 per cento.
Crollo tra chi vota Lega.
Come in molti avevano previsto, le convulse vicende di questi giorni riguardo alla presentazione delle liste per le regionali, hanno finito con l'influire negativamente sul grado di popolarità del Governo. Facendolo ulteriormente calare — dopo la diminuzione già rilevata il mese scorso— di altri 4 punti. E assestando l’indice di consenso poco sotto il 39%, quando, a dicembre scorso, subito dopo l'aggressione al Cavaliere in Piazza del Duomo a Milano, esso aveva superato il 50%. Siamo giunti dunque ad uno dei livelli più bassi mai registrati per l'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. Il calo più consistente di popolarità non si è manifestato tra gli elettori di centrosinistra (ove, ovviamente, i giudizi positivi sul Governo sono già molto bassi e non possono decrescere più di tanto), ma, specialmente nel cuore dei segmenti che tradizionalmente sostengono la coalizione del centrodestra. In particolare, tra gli stessi elettori del Pdl la quota di chi esprime un’opinione positiva sull' operato del Governo è scesa dal 93% di inizio febbraio al 76% di inizio marzo, con una diminuzione del 17%.
IL CROLLO FRA I LEGHISTI - Tra i votanti per la Lega il calo è ancora più sensibile: dall’83% del mese scorso al 57% di oggi. Ciò significa che circa un elettore del Carroccio su quattro ha in qualche misura maturato in quest’ultimo periodo una qualche delusione nei confronti dell’esecutivo sostenuto dal suo partito. Non a caso, dal punto di vista territoriale, la zona che maggiormente manifesta una crescita di sfiducia è il nord est, una delle roccaforti del partito del Premier e della Lega. Gli strati sociali che più si sono allontanati dal sostegno al Governo sono quelli cui sin qui quest'ultimo si è maggiormente appoggiato: le casalinghe (-13% di valutazioni positive), gli imprenditori e i lavoratori autonomi. Ma anche nel settore cruciale degli indecisi—l'ambito da convincere in vista delle prossime elezioni regionali — il decremento di consenso è significativo e pari a circa il 10%. A questo andamento negativo ha certo contribuito moltissimo l’immagine di «pasticcione» e di approssimativo offerta dal Pdl nella vicenda delle firme da sottoporre per l'ammissione alle elezioni amministrative. Ma questo triste episodio non ne è l'unica causa. Come sempre accade, il formarsi delle opinioni non è determinato da un solo motivo, ma dal sedimentarsi progressivo delle impressioni ricavate nel tempo da più episodi e accadimenti.
GLI SCANDALI - Così, hanno certo «contato» nel trend sfavorevole al Governo gli scandali e le vicende delle ultime settimane, che hanno visto coinvolti esponenti del PDL o comunque legati alla maggioranza. Ancora, può aver avuto un effetto sul calo di popolarità del Governo, il dissenso verso alcune decisioni che sono apparse comunque legate a quest’ultimo. Ad esempio, il divieto imposto dalla Rai (con il voto dei consiglieri di maggioranza, perlopiù espressione dei partiti di centrodestra) alla messa in onda dei talk show più importanti sino alla data delle elezioni ha incontrato una forte disapprovazione nella popolazione. Quasi il 60% degli italiani dichiara di non condividere questa decisione: il dissenso è ovviamente maggiore tra gli elettori del centrosinistra, ma si trova in dimensione cospicua anche nel seguito del centrodestra, ove grossomodo il 40% esprime la propria contrarietà al provvedimento. Nell'insieme, il clima di opinione appare dunque sempre più negativo per l'esecutivo. Senza che, però, l'opposizione ne guadagni più di tanto in termini di popolarità. Ciò che emerge prevalentemente è, come già si è avuto modo di sottolineare, un clima di sfiducia generalizzato verso la politica e le sue istituzioni. È l'intero sistema che appare sempre più fragile e messo sotto accusa da strati crescenti di cittadini. Ciò potrà avere un effetto nel comportamento di voto alle prossime elezioni. Non solo con il possibile calo di consensi per il Pdl, anticipato peraltro dai sondaggi più recenti, ma, forse, con un incremento delle astensioni.
Renato Mannheimer
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Il letargo dell'orso sta per finire? In primavera la Natura ricomincia a vivere.
A meno che un ulteriore decreto legislativo non modifichi le sue regole naturali con altri "aggiustamenti" del caso.
Il popolo sovrano (l'orso) sta uscendo dal suo lungo letargo?Auguriamocelo!E' giunta l'ora!
Il popolo sovrano (l'orso) sta uscendo dal suo lungo letargo?Auguriamocelo!E' giunta l'ora!
Che i tanto facogitati leghisti cominciano a rendersi conto della realtà in cui porta questo modo di far politica è cosa che, a noi del resto d'Italia,ci piace e ci compiace...assai.
Hanno pur visto che i loro leaders ormai fanno da cuscinetto,e solo quello,al pachiderma che cresce sempre più a dismisura,e vengono utilizzati al solo scopo di "servers" di una politica a senso unico e a copertura di specifici e personalistici interessi,senza mai avere avuto modo di ottenere un ruolo incisivo nella gestione della cosa pubblica italiana.Hanno pur visto,ieri notte,i loro leaders,con abiti ministeriali,accompagnare,sostenere ed emanare il decreto salva PDL nelle regioni Lombardia e Lazio.Che questo continuo e continuativo modo di essere usati solo a copertura di obbiettivi politici che con i loro poco o niente hanno a che fare,cominciano a stancarli e a fare il punto della situazione?
AUGURIAMOCELO!Per il bene del Paese Italia e per noi italiani.
La lega può determinare il futuro corso della politica italiana e non di certo la massa sconclusionata della opposizione,la sinistra,un agglomerato di tanti premier che gridano da solisiti ma che non riescono a formare un coro compatto e coevo da essere determinante nella "musicalità" italiana.
Il momento in cui ci si rende conto che lo spartito con cui si tenta di creare dolci melodie non è adatto alle circostanze,si deve fare una cosa sola: strapparlo,cestinarlo e...farne di nuovi.
Giuseppe Verdi ne ha cestinati di spartiti prima di ottenere la musicalità che lui voleva...o no?
Il direttore...che si diverte,si fa per dire,a...suonare nei timpani degli italiani.
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