Prato, 6 Novembre 2009
MOZIONE: In merito alla sentenza della Corte per i diritti dell’uomo sulla presenza del segno del Crocifisso nelle scuole pubbliche
IL CONSIGLIO COMUNALE
IN RIFERIMENTO alla sentenza emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, secondo la quale l’esposizione del crocifisso in classe “costituisce una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo la loro convinzione”;
RICORDATA la sentenza del Consiglio di Stato che in data 11 febbraio 2006 sanciva che “il crocifisso in Italia è atto ad esprimere, in chiave simbolica ma in modo adeguato l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione che connotano la civiltà italiana”,
RITENUTO altresì che il segno del crocifisso, lungi da rappresentare un’imposizione e dal costringere a una professione di fede, esprime valori che hanno impregnato di sé tradizioni, modi di vivere, cultura del popolo italiano, evidenziati peraltro da tante altre espressioni artistiche, culturali, e letterarie, che fanno esplicito riferimento al cristianesimo e che formano in modo decisivo l’identità nazionale ed europea;
RICORDATO che la stessa storia della cultura e delle istituzioni europee risulterebbe incomprensibile se si negassero o si ignorassero le radici cristiane che l’hanno generata;
RICHIAMATE le numerose reazioni contrarie alla sentenza, espresse da gran parte del mondo politico, nonché le dichiarazioni di Abdullah Al Turki, segretario generale della lega musulmana mondiale, secondo cui “l’esposizione del crocifisso fa parte della storia italiana, quindi lo rispettiamo e non abbiamo obiezioni se viene esposto in scuole o edifici pubblici”;
ESPRIME preoccupazione per sentenze e provvedimenti, di segno ideologico, che in nome di una malintesa laicità tendono a relegare nell’ambito privato ogni riferimento di tipo religioso, e pretendono, in maniera erronea di fondare la laicità sull’assenza di simboli religiosi, piuttosto che sulla capacità di accoglierli e tutelarli;
IN CONSIDERAZIONE DI QUANTO SOPRA ESPOSTO CHIEDE:
- che venga stigmatizzata la sentenza della Corte Europea di Strasburgo dei Diritti dell’Uomo;
- di riconfermare, nel rispetto della indiscutibile laicità dello Stato, che il Crocifisso nei luoghi pubblici è un simbolo della cultura, dell’identità, della tradizione della nostra nazione, fondata su valori di uguaglianza, libertà, tolleranza, e rappresenta, come riportato dal dispositivo della sentenza del Consiglio di Stato “uno dei valori laici della costituzione italiana e un valore della vita civile”;
- si impegna a trasmettere il presente documento agli organismi europei, politici e giudiziari, al Governo e al Parlamento italiano.
Antonio Longo
Capogruppo UDC Comune di Prato
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